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In Municipio III è caos a Cinque Stelle: "sfiducia" per la consigliera dissidente

A Montesacro il documento contro la consigliera "non allineata", tra le firme anche quella della minisindaca Capoccioni: "Burri fuori dal nostro progetto politico"

Caos a Cinque Stelle in Municipio III dove non si placano mal di pancia e stoccate all'interno della maggioranza grillina a supporto della Presidente Roberta Capoccioni. A tenere banco lo scontro, negli ultimi giorni più che frontale, tra la minisindaca e la consigliera, più che dissidente "non allineata", Francesca Burri. 

Un conflitto in piedi sin dall'insediamento dei Cinque Stelle a Montesacro, vera e propria roccaforte Lombardiana. Prima la richiesta, fatta pervenire alla Sindaca Raggi e ai tempi al suo vice Frongia, da alcuni consiglieri e attivisti del Municipio III per la revoca di due assessori: Domenico D'Orazio, delegato alle Politiche Ambientali e in passato candidato tra le fila della Lista Civica Rutelli, e Giovanna Tadonio, moglie di Marcello De Vito con deleghe alla Sicurezza e Polizia Locale. Un'istanza avanzata sottolineando "l'inopportunità politica" di quelle due presenze in Giunta accantonata dai vertici del Movimento in Campidoglio e caduta nel vuoto.

Di recente, durante un incontro con alcuni Comitati, la comunicazione della minisindaca Capoccioni di essersi attivata direttamente presso Beppe Grillo per chiedere l'espulsione di Burri. Da li l'acuirsi del conflitto con la maggioranza del Gruppo pentastellato a fare quadrato intorno alla minisindaca. 

Non solo a parole. Ieri è arrivato un documento con il quale alcuni attivisti - tra cui consiglieri, assessori e la stessa Presidente - esprimono "la totale sfiducia" nei confronti della consigliera Francesca Burri.

"Da troppo tempo il comportamento della consigliera non è più aderente, nella forma e nella sostanza, ai principi di condivisione delle idee e delle proposte atte a realizzare il programma scritto coi cittadini e convalidato dal voto di giugno" si legge nel documento postato sulla pagina Facebook del M5s del III. 

Frequente difformità del voto espresso rispetto all'indirizzo democraticamente discusso e votato nelle riunioni di maggioranza, ripetuti ed inaccettabili attacchi personali ai portavoce attraverso i social o in sede di commissione, impossibilità di stabilire un normale, costruttivo – per quanto franco – scambio dialettico in qualsivoglia sede, comportamento tenuto all'interno dell'aula consiliare generalmente inadatto e la constante mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini che, con un incarico elettivo, ci si è impegnati a rappresentare. Questi gli elementi che secondo i firmatari della lettera hanno contribuito in maniera determinante alla "sfiducia". 

"Il M5S del Municipio III non intende più essere associato alle azioni alla persona della consigliera Francesca Burri che, con il proprio agire, si pone completamente al di fuori del progetto politico elaborato con i cittadini" - incalzano dal Terzo. Trentuno le firme raccolte sotto al documento scaturito a margine di una riunione, 30 visto il dietrofront di uno dei firmatari. 

"Ho apposto la firma in questo documento a margine di una riunione, e sinceramente pensavo si trattasse di un foglio presenze. Chiedo scusa per il mio errore, ma non ritengo di dover sottoscrivere la lettera, non perché non ritengo valido il contenuto che per mancanza di elementi oggettivi non posso giudicare, ma perché ritengo che le questioni interne debbano essere affrontate di persona" scrive su social l'attivista Gianni Pascarella. Tante invece le sottoscrizioni "virtuali" alla lettera. 

Eppure, anche in caso di espulsione dal Movimento, Burri, visto che dal Regolamento non è previsto, in Consiglio, a meno di una scelta personale diversa che al momento appare assai remota, rimarrebbe comunque formalmente tra le fila dei Cinque Stelle di Montesacro.

Scranni occupati da grillini non proprio tutti "fedeli" alla minisindaca. Almeno altri due quelli più vicini a Burri che a Capoccioni che comunque, numeri alla mano, può contare ancora su una maggioranza "acciaccata" ma che dovrà serrare le fila ed essere presente per dimostrarsi salda. Solida almeno quanto la carica di presidente della Commissione Ambiente e Urbanistica di Burri: sempre più "mina vagante", vera e propria spina nel fianco della "sua" maggioranza. 
 

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