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Montesacro Tufello / Via Monte Bianco, 114

Bella Ciao e bandiere rosse al vento: Roma ricorda Valerio Verbano

In via Monte Bianco 114 deposta una corona di fiori in memoria del giovane militante di sinistra ucciso nel 1980 in casa sua, davanti ai genitori: nel pomeriggio il corteo tra Tufello e Montesacro dei compagni e delle compagne

Era il 22 febbraio del 1980 quando un commando neofascista entrò nell'appartamento di via Monte Bianco 114 uccidendo, davanti agli occhi dei genitori legati e costretti ad assistere, Valerio Verbano: studente del liceo Archimede e militante di sinistra che indagava sui rapporti tra apparati dello Stato e destra eversiva.

Valerio Verbano fu ucciso a soli 18 anni e a 37 da quell'efferato delitto il suo omicidio è rimasto senza colpevoli. Per anni a cercare e chiedere giustizia e verità per Valerio è stata la mamma Carla, scomparsa nel 2012 senza aver raggiunto lo scopo di una vita. Un testimone, quello della donna, raccolto dalle nuove generazioni e dalle tante realtà antifasciste della Capitale e non solo. 

Così questa mattina in via Monte Bianco, a 37 anni da quel 22 febbraio del 1980, sono arrivati tanti militanti e cittadini per ricordare Valerio Verbano: bandiere rosse e Bella Ciao hanno accompagnato il momento della deposizione della corona di fiori da parte delle istituzioni. 

Presenti il vicesindaco e assessore alla Cultura di Roma Capitale, Luca Bergamo, l'assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, Rita Visini, il capogruppo del M5S in Campidoglio e in Città Metropolitana, Paolo Ferrara e la presidente del III Municipio, Roberta Capoccioni. 

"Quella di Valerio Verbano è una vicenda particolarmente crudele, delle persone entrarono in casa con il passamontagna imbavagliando i genitori e aspettando che tornasse per ucciderlo. Erano anni molto difficili, io ne ho un ricordo personale perchè all'epoca ero al liceo, anche se dall'altra parte della città, ma mi ricordo quando Valerio venne ucciso così come le violenze che seguirono" - ha detto il vicesindaco Bergamo sottolineando l'importanza di aver debellato la violenza politica. 

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Un ricordo, quello degli anni di Piombo, che per Bergamo è importante: "Il ricordo di quel momento storico, vicino ma tutto sommato lontano nella prassi, è importante: c'era molta violenza ma c'era anche molta passione da parte delle persone, noi fortunatamente abbiamo debellato la violenza politica ma purtroppo in molti momenti abbiamo perso però la passione". 
"Queste vicende
- ha proseguito - ci aiutano a ricordare che se c'e' una passione a cui è giusto dedicarsi è proprio il cambiamento della propria società  che è poi un po' il mandato che molte persone hanno dato al governo della città".

Nel pomeriggio, come di consueto, per le vie del quartiere il corteo che ogni anno vede la partecipazione dei militanti di sinistra e di tanti abitanti della zona che non hanno dimenticato la crudele vicenda e la famiglia Verbano.

"A distanza di 37 anni da quell'omicidio rimasto senza colpevoli, daremo corpo ancora una volta, attraversando le strade di quelli che furono anche i sui quartieri, Tufello e Montesacro, ad una memoria e un ricordo che non sono liturgia o reducismo, ma storia viva dei movimenti della città di Roma. Una storia che si è fatta arma da scagliare contro chi ci dice che il fascismo è archiviato, contro chi ci invita alla riconciliazione o ci parla di opposti estremismi.

Oggi, quegli stessi quartieri vogliono raccontare ancora la figura di Valerio Verbano, la sua vita e le sue lotte, una storia orgogliosamente partigiana, che vive ogni giorno negli spazi liberati, nelle battaglie degli studenti e delle studentesse, nelle vertenze per la casa e contro gli sfratti. Così come nelle piazze delle donne che in Italia e in tutto il mondo si ribellano contro il patriarcato e la violenza maschile, urlando da un capo all'altro del globo 'non una di meno'. Una storia che pulsa in ogni battaglia contro lo sfruttamento per la dignità umana" - hanno scritto i compagni e le compagne di Valerio. 

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