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Val melaina Tufello / Via Ventotene, 32

Valmelaina ferma l'orologio alle 9.27: diciotto anni fa l'esplosione di via Ventotene

Il 27 novembre del 2001 il tragico scoppio che spezzò otto vite, quelle di quattro civili e quattro vigili del fuoco. I residenti: "E' una ferita che non si rimarginerà mai"

“Questa è una pagina dolorosa della nostra storia e una ferita che non si rimarginerà mai”. A parlare è una dei residenti di Valmelaina dove questa mattina si è tenuta la commemorazione dell’esplosione di via Ventotene

L’esplosione di via Ventotene il 27 novembre del 2001

Una giornata tragica che Roma non ha mai dimenticato. Era il 27 novembre del 2001 quando, a causa di una fuga di gas più volte segnalata, si verificò il violento scoppio. Un boato tremendo investì l’intera zona: panico nelle strade limitrofe e nel vicino mercato, mentre la palazzina al civico 32 di via Ventotene veniva totalmente sventrata dalla deflagrazione.

Il frastuono di pareti e solai venuti giù, la coltre di polvere fitta che scemando lasciò spazio ad uno scenario di guerra: urla, decine di feriti, finestre in frantumi, calcinacci ovunque, vetture ribaltate e panico. 

Esplosione via Ventotene: otto vittime a Valmelaina

Il 27 novembre del 2001 in via Ventotene furono otto le vittime: quattro civili e quattro vigili del fuoco. Fabiana Perrone, Maria Grosso, Elena Proietti, Michela Camillo e gli uomini della squadra 6A del distaccamento Nomentano Fabio Di Lorenzo, Sirio Corona, Danilo Di Veglio e Alessandro Manuelli, intervenuti sul posto.

Dopo lo scoppio altre cinque palazzine furono evacuate con la vicina parrocchia ad ospitare in emergenza i 250 sfollati. Valmelaina non può dimenticare. 

Il ricordo della tragedia di via Ventotene

Questa mattina, a diciotto anni esatti dalla tragedia di via Ventotene, la cerimonia di commemorazione. Le sirene dei mezzi del Vigili del Fuoco hanno suonato alle 9.27, ora dell’esplosione: poi un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime e testimoniare la vicinanza alle famiglie. Corone di fiori sotto la targa in loro memoria e ai piedi della statua dedicata ai vigili del fuoco caduti, li anche l’emozionante preghiera a Santa Barbara. 

“[…]Signore, siamo i portatori della Tua croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano. Un giorno senza rischio non è vissuto, poichè per noi credenti la morte è vita, è luce: nel terrore dei crolli,nel furore delle acque,nell'inferno dei roghi. La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio. Per Santa Barbara Martire”.

Valmelaina ricorda l’esplosione di via Ventotene

Tantissimi i residenti che hanno partecipato, tutti visibilmente commossi. “Non potremo mai dimenticare quel giorno. Per alcuni minuti è stato come se il tempo si fosse fermato: ricordo l’enorme boato, poi una specie di fischio e la terra che tremava sotto ai piedi” – racconta uno dei residenti. 

“Ho avuto paura, mia figlia all’epoca lavorava da Maria la parrucchiera. La sua fortuna – ricorda un’altra donna di Valmelaina - è stata quella di non essere li all’apertura del negozio”. L’attività del pianterreno fu spazzata via e con essa le vite di Maria e di sua figlia Fabiana, appena 22enne. Due delle otto vittime dell’esplosione di via Ventotene. 

Valmelaina ricorda l’esplosione di via Ventotene

Esplosione via Ventotene: “Ferita dell’anima per comunità”

“Questa è una ferita nell’anima per la nostra comunità. E’ importante esserci e testimoniare la vicinanza delle istituzioni alle vittime civili e dei vigili del fuoco. L’esplosione di via Ventotene – ha detto il presidente del Municipio III, Giovanni Caudo - è una delle pagine più drammatiche della nostra storia recente” .

“In questo luogo dobbiamo tenere insieme memoria e futuro” – ha aggiunto il minisindaco. Il riferimento è alle condizioni della piazza dell’ex mercato, quella che ospita il monumento ai vigili del fuoco.

Uno spazio, quello sopra il parcheggio interrato, da anni ormai “terra di nessuno”: sospeso nel limbo delle competenze, di acquisizioni mai avvenute e garbugli burocratici. Tirato a lucido una volta l'anno, sempre prima del 27 novembre.

“Stiamo lavorando per restituire la piazza al quartiere: dovrà essere decente, fruibile e pulita. Questo luogo non deve più essere una minaccia per nessuno”. 
 

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