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Tufello Tufello / Piazza Capri

Occupazioni in IV Municipio: Monte Meta sullo stesso piano di Piazza Capri?

Montesacro è ancora la roccaforte di una politica popolare che difende la sua memoria storica. Tanti i simboli di destra e sinistra che ancora "scottano" in IV Municipio e tante le occupazioni tollerate. Occupazione come soluzione all'emergenza abitativa e alla mancanza di spazi? Le opinioni

La vicenda di ieri dimostra come Montesacro sia ancora la roccaforte di quella politica più popolare e sentita, la politica delle occupazioni. Occupazioni con cui si denunciano l’emergenza abitativa, il degrado e l’abbandono degli edifici inutilizzati a cui però continuano ad essere destinati fondi, la mancanza di spazi per i giovani.
In IV Municipio si contano diverse occupazioni
, alcune a scopo abitativo, tutte “tollerate” dalle Istituzioni. E tutti qui parlano di fascisti e comunisti: scritte sui muri, striscioni, sezioni storiche di quartieri come Tufello e Talenti, giovani militanti assassinati, palestre popolari come quella di Valerio Verbano e di Militia, tutti simboli che testimoniano come alcuni quartieri continuano a mantenere vivo il ricordo degli anni di piombo.
E in un quartiere come il Tufello, simbolo del potere operaio e delle lotte antifasciste, gli attivisti di sinistra hanno visto come una provocazione l’occupazione di ieri. La prima a manifestare contro l’occupazione è stata Carla Verbano, madre del giovane Valerio assassinato negli anni di piombo, che racconta: “I compagni si sono organizzati, visto che hanno occupato a 100 metri da casa di Valerio. Non è possibile che dei fascisti stiano vicino alla casa di Valerio, tanto più che in quella scuola ci andava pure mio figlio quando era piccolo”.

Uno dei membri del Horus Project, Emiliano Viccaro, ci spiega: “I fascisti hanno occupato una scuola pubblica in ristrutturazione che tra pochi mesi andrà a disposizione delle famiglie del quartiere. Questa provocazione avviene a 100 metri da casa di Carla Verbano, dentro un quartiere, il Tufello, dove sono vive reti antifasciste, reti sociali dove la memoria è una cosa concreta. A questo movimento non interessa l’emergenza abitativa, che in questa città vuol dire case private sfitte, ma vanno ad occupare una scuola pubblica semplicemente per avere più contrattazione dentro la destra di governo. È una lotta intestina dentro la destra. Queste persone stanno facendo uno sgarbo a questo quartiere. Riguardo all’occupazione di via Monte Meta, lì è un’altra situazione: quello è uno spazio abbandonato che sta dentro una vertenza storica del Horus Project e sta dentro la trattativa della Delibera 26 che prevedeva uno spazio nello stesso territorio, di una grandezza simile, con cui fare una trattativa per un posto alternativo. Noi il posto lo abbiamo trovato, era in disuso e dentro ci facciamo uno studentato per chi non può pagare l’affitto spropositato dentro questa città, progetti sociali e progetti e servizi per il quartiere”.

Casapound occupa la Parini, la sinistra insorge

Ma Andrea Antonini, Vicepresidente di Casapound Italia, spiega le ragioni dell’occupazione: “Questo stabile è vuoto da due anni e mezzo, le classi sono state spostate in altri istituti dello stesso plesso scolastico e sono stati fatti dei lavori di consolidamento finalizzati a non far crollare la struttura, però da tanto tempo si sono fermati. Adesso viene fuori questa cosa che ci sarebbe un finanziamento teso a rimettere la scuola a posto, ma è una cosa  relativa perché all’interno del Comune di Roma esistono strutture finanziate come per esempio la scuola di Cesano, finanziata dal 2008, dove però ancora non ci sta nulla, non è partito niente. Insomma tutto rimane sempre fermo per anni, poi arriva l’occupazione e subito tutti dicono che si stavano per fare tante cose in quel posto. Le famiglie che dovrebbero venire a stare qui sono tutte romane. Ci sono famiglie che hanno 10 punti in lista d’attesa per le assegnazioni da anni e non vedono soddisfatte le loro necessità perché il Comune di Roma poco e niente fa da decenni. Basti pensare all’approvazione del  piano regolatore di Roma: davanti a 30 mila famiglie romane sotto sfratto questi non hanno individuato un metro quadro per fare le case popolari, questo la dice lunga”.
E più tardi, pochi minuti prima dello sgombero, Gianluca Iannone, Presidente di Casapoun Italia, commenta: “Ce ne andiamo perché abbiamo ottenuto quello che volevamo, ora lo stabile deve essere riqualificato”.
 
In un modo o nell’altro Casapound ha quindi ottenuto un risultato: che il Comune si impegni a riqualificare lo stabile il prima possibile per scongiurare una nuova occupazione e possibili scontri fra forze opposte.
Ma anche qui si riaccende la polemica fra alcuni cittadini: “Perché alcune occupazioni vengono immediatamente fatte sgomberare ed altre no? È necessario uno scontro fra sinistra e destra per mettere paura alle Istituzioni e farle intervenire? Ci sono occupazioni in IV Municipio, come quella di via Volontè, fatte a danno di altri cittadini che si vedono quindi privati di uno spazio già assegnato”.

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