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Tufello Tufello / Via Monte Meta, 15

"Cinque anni di welfare dal basso ed ora lo sgombero": Lab! Puzzle pronto alle barricate

Corsi di sostegno, scuola di fumetto, tetto per studenti e migranti: la delibera 140/2015 rischia di spazzare via l'occupazione di via Monte Meta: "Pronti a dialogo ma tutelare chi ha prodotto ricchezza sociale valorizzando patrimonio abbandonato"

Cinque anni lo scorso 19 febbraio, tanti ne sono passati dall'occupazione dello stabile di via Monte Meta, ex uffici del Sociale del vecchio IV Municipio, da parte di giovani e precari del territorio che lì, dove da due anni regnavano polvere e abbandono, hanno dato vita a Lab! Puzzle

Uno spazio sociale divenuto nel tempo punto di riferimento per il quartiere e realtà di solidarietà, sostegno e cultura ben nota in tutta la Capitale: "Cinque anni di mutualismo e welfare dal basso", come tengono a sottolineare da via Monte Meta dove, proprio al soffio delle cinque candeline, è arrivata la comunicazione di Roma Capitale intenzionata a rientrare in possesso dello stabile. Tradotto: sgombero alle porte. 

Operazione in attuazione della delibera 140 del 2015, quella sul "riordino del patrimonio capitolino" in concessione che per molte realtà sociali e di autogestione della Capitale potrebbe tradursi nello stop a tutte le attività e nella fine di esperienze ormai consolidate. 

Ma proprio come i compagni di Centocelle, Spinaceto o San Lorenzo anche Lab! Puzzle è pronto a dare battaglia per mantenere quel baluardo di cultura, incontro e sostegno nel cuore del Tufello. 

"Nato tra l'incontro tra l'Onda studentesca e giovani e precari del III Municipio, in questi anni il Lab! Puzzle è cresciuto e si è trasformato con la crisi, per rispondere ai bisogni del territorio e della cittadinanza. In tempi di tagli lineari e austerity Puzzle ha rappresentato una casa per decine di studenti e studentesse ai tempi della distruzione del welfare giovanile, nella città con gli affitti più alti d'Italia e mentre l'accesso all'università è sempre di più un privilegio" - scrivono da via Monte Meta.

Una scuola d'italiano, un laboratorio di lavoro comune a partire dalla lingua con centinaia di cittadini migranti, un'esperienza che si è arricchita di uno sportello di tutela legale. 

"La Scuola Popolare Carla Verbano ha invece rappresentato una risposta ai tagli all'istruzione pubblica, dove i corsi di sostegno scompaiono e le ripetizioni private sono spesso inaccessibili" - dicono ricordando come Puzzle sia anche una scuola dedicata al fumetto e alle arti grafiche, un coworking dove freelance e ricercatori si incontrano e una delle sedi delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario.

Realtà che dunque la delibera 140 rischia di spazzare via: "Sono le esperienze sociali ad essere sotto attacco. Chi in questi anni ha prodotto una ricchezza sociale che ha cambiato il volto della città e dei territori, valorizzando e facendo vivere il patrimonio pubblico abbandonato senza nessun scopo di lucro, viene ora accusato di aver arrecato un danno alla comunità" - fanno notare da Puzzle ribadendo la volontà di difendere quello spazio trasformato da luogo di abbandono a bene comune gestito assieme da studenti, genitori, precari e migranti. 

Nessun muro contro muro però: da via Monte Meta si dicono disponibili "come sempre comunicato alle amministrazioni che si sono succedete", a discutere con le istituzioni del futuro dello stabile, "ma solo - questa la condizione posta - a partire dalla tutela di questa esperienza". 
"Siamo pronti -
sottolineano - a resistere con intelligenza e con radicalità tutti insieme: perché la tranquillità è importante ma la libertà è tutto". 

E una sponda potrebbe arrivare proprio da Piazza Sempione con il minisindaco Marchionne, ospite del quinto compleanno di Lab! Puzzle, a sottolineare come gli spazi sociali siano una risorsa per il territorio.

L'idea del Montesacro, che sarà a breve concretizzata in una delibera di Giunta, è quella di tutelare tali esperienze appigliandosi proprio all'articolo 5 della delibera 140 che si prefigge di individuare criteri di utilità sociale per la concessione di spazi pubblici: "I locali di proprietà pubblica - ha detto il Presidente ricordando le già tante serrande abbassate - non devono essere utilizzati per fare cassa perchè potenziale per rimettere in moto idee, economie sociali e risorse civili". 

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