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Tufello Tufello / Via Passo del Turchino

Corteo a Villa di Faonte: “Aprite parco archeologico e Casali. Via l’eternit”

I residenti hanno sfilato per le vie del quartiere, oltre alle questioni scottanti legate al futuro polo museale lamentano assenza di manutenzione e trasporto pubblico inesistente

Abitazioni nuove e tanto invenduto, locali commerciali con le serrande abbassate, la chiusura di una banca e il rischio di vedere il proprio quartiere morire ancor prima che abbia preso vita. Questo quanto vogliono scongiurare i residenti di Giardino di Faonte scesi in strada, in circa cinquanta, per chiedere l’apertura dei Casali e del parco archeologico ma anche maggior cura per strade e per quelle aree verdi inaugurate di recente. Via poi quell’insediamento abusivo sorto in mezzo ai canneti.

Obiettivi da raggiungere al più presto affinchè la zona sia più vivibile e non diventi invece uno dei tanti quartieri dormitorio della Capitale.

“Il parco archeologico e soprattutto i Casali sono questioni annose: se aperti potrebbero divenire punto di riferimento per un intero quadrante della Città e attrattive per le scolaresche dando valore a tutta la zona. Si parla di bandi Europei di cui però non abbiamo traccia, il rimpallo di competenze tra Sovrintendenza, Comune e Regione sta allungando i tempi e non si riesce a capire quando tutto questo avrà fine” – ha detto a RomaToday Massimo Greco, coordinatore di Fratelli d’Italia Talenti, circolo promotore della mobilitazione, ricordando come il suo partito di appartenenza tramite Fabrizio Ghera, insieme a Marcello De Vito del M5s, abbia presentato in Comune una mozione in merito approvata dall’Aula Giulio Cesare.

A impensierire i residenti anche la presenza di eternit in alcune strutture di via delle Vigne Nuove, in particolar modo sulla copertura del bocciofilo di Sant’Assunta: “Per quanto riguarda questo aspetto – ci dicono i manifestanti – nemmeno dovremmo protestare poiché in merito c’è una legge. Basterebbe applicarla e smantellare il tutto”.


Oltre alle tematiche più grandi come Casali e Parco archeologico a preoccupare i cittadini anche il poco decoro e la scarsa manutenzione, soprattutto in quelle aree verdi per cui tanto hanno lottato fino alla recente apertura in cui oggi però giacciono rifiuti sparsi e staccionate divelte. Della pulizia che spetta al costruttore nemmeno l’ombra.
“Anche i marciapiedi spesso sono impraticabili – racconta una residente – basta provare a camminare dal parco in direzione Piazza Monte Gennaro: quella è una discarica. I pedoni sono costretti a camminare in mezzo alla strada, anche le mamme con i passeggini”.

Giardino di Faonte in corteo

Non si placano nemmeno le proteste per gli episodi di rovistaggio e per il taglio alle linee del trasporto pubblico: “Hanno tolto tre bus lasciando solo il 342 che passa ogni mezz’ora e ha un percorso inutile. Siamo in pratica isolati a meno che non ci si incammini per un chilometro circa, cosa che per un anziano risulta piuttosto complicata”.

Presenti alla manifestazione anche Fabrizio Cascapera, uscito di recente dalla maggioranza di Piazza Sempione, e Simone Proietti del M5s.
“Le motivazioni di questa mobilitazione non hanno colori, soprattutto per quanto riguarda la presenza di amianto: è una questione di salute pubblica che va affrontata e risolta al più presto, così come quella relativa ai Casali e al Parco archeologico” – ha detto Cascapera che in Municipio ha presentato una mozione che aspetta di essere discussa.

D’accordo sulla trasversalità della protesta anche Simone Proietti che ha rivendicato come i penta stellati siano stati tra i primi a muoversi per Giardino di Faonte: “Continueremo a batterci su tutte le questioni che ancora sono aperte” – ha assicurato il ‘grillino’ sollevato dal fatto che qualcosa si stia muovendo anche in Campidoglio.


Giardino di Faonte torna così a far sentire la propria voce: apertura del parco archeologico, Casali destinati ad attività culturali e con il coinvolgimento dei cittadini, lo smantellamento delle coperture in amianto e più attenzione per il decoro le richieste dei residenti.

“Non vogliamo diventare l’ennesimo quartiere dormitorio della Città, qui abbiamo luoghi di pregio che vanno restituiti alla collettività” – il pensiero che arriva da via Passo del Turchino e dintorni.

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