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Roma II occupata: un delicato retroscena contabile per la casa di riposo

Continua il presidio nella casa di riposo dopo l'incontro con la proprietà dello stabile: è polemica nel territorio. Possibili dei ripensamenti sul destino della struttura?

Ancora nessun punto di svolta sulla situazione di Roma II. Il presidio stabile di attivisti e famiglie presso la casa di riposo di via Casal Boccone è ancora in corso. Nel frattempo si è tenuto ieri mattina un secondo incontro con la proprietà della struttura, presso la presidenza del IV Municipio.

“Da marzo scorso le forze politiche di opposizione, sindacati e tanti cittadini del municipio hanno protestato fermamente contro la chiusura della casa di riposo comunale Roma II, per ribadire che in un quartiere periferico della città di Roma non si possono chiudere i servizi sociali”, hanno dichiarato in una nota il Capogruppo del Pd Paolo Marchionne insieme agli altri consiglieri Pd del IV Municipio.
“Di fronte a proteste, atti votati all’unanimità dal Municipio IV e dall’Assemblea Capitolina, raccolte di firme, il sindaco Alemanno e la Belviso non hanno voluto sentire ragioni, procedendo d’imperio alla chiusura della casa di riposo comunale, dopo 42 anni di attività al servizio dei cittadini. Pur non condividendo lo strumento delle occupazioni riteniamo che sia necessario ribadire ancora una volta che quella struttura può rappresentare una risorsa per i servizi sociali di Roma Capitale, e che gli alti costi di affitto sostenuti dall’Amministrazione devono e possono essere ammortizzati utilizzando a pieno quella struttura, come proposto dal Partito Democratico innumerevoli volte nel corso dell’ultimo anno. Emergenza abitativa, accoglienza dei migranti e servizi socio-sanitari sono priorità del nostro territorio che finora dalla gestione Alemanno e Polverini ha ricevuto solo tagli e chiusure, acuendo disagi ed emarginazione. Riteniamo grave che l’incontro con la proprietà si sia svolto solo oggi, a porte chiuse, magari per attuare lo sgombero dell’attuale occupazione o assicurare su future speculazioni o cambi di destinazioni d’uso, mentre si è lasciato passare un anno con il solo intento di procedere alla dismissione della casa di riposo Roma II, senza capire le potenzialità della struttura di Casal Boccone e le necessità dei residenti”, hanno poi concluso i consiglieri.

Nel frattempo in questi giorni il sito informaquartiere.it ha pubblicato una breve cronistoria, tracciata dal consigliere Pdl Alfredo Arista, sulla situazione della casa di riposo, e sul retroscena contabile con cui Comune e Municipio hanno dovuto fare i conti nei mesi passati.
Nel mese di settembre 2011 i dirigenti Fimit, (Fondo di gestione di Immobili di Unicredit, alla quale l’Enpals aveva affidato la gestione dello stabile), avrebbero messo al corrente l’amministrazione municipale che la casa di riposo era a rischio chiusura. “Alla fine di una riunione”, scrive Arista,
“ci viene chiesto di formalizzare una proposta nuova di affitto per la struttura. Riusciamo per la fine di ottobre a formalizzare una proposta che ci sembrava adeguata. Tale proposta inviata, doveva avere una risposta entro il 20 di novembre, termine ultimo datomi dal Comune per non iniziare le pratiche di trasferimento degli ospiti fino ad allora accolti. Alla fine di novembre arriva al presidente, al Dipartimento e a me, la tanto agognata risposta da Fimit che suonava all’incirca così: “La proposta da voi formulata non è accettabile perché più bassa di circa il 35% di quanto da noi richiesto (1.380.000 a fronte 860.000/890.000), e in secondo luogo deve essere il Comune e non un ente terzo il nostro unico interlocutore privilegiato”.

Esorbitanti le somme che per il prossimo anno il Comune avrebbe quindi rischiato di dover corrispondere per l’affitto dello stabile, fra canone, rivalutazioni e I.V.A. Altrettanto imponenti sarebbero stati i costi di ristrutturazione per consentire l’entrata di altri anziani, tenuto conto anche di una legge regionale che, da quanto dichiara il consigliere, fissa un numero massimo di ospiti per le strutture di accoglienza. L’amministrazione municipale, scrive il consigliere Arista, si mette comunque a disposizione per attivarsi, anche fuori tempo massimo, affinché Roma II possa tornare ad essere un polo di accoglienza per la terza età sul territorio.

Insomma, quale soluzione per la casa di riposo? Se non dovessero più esserci speranze di tenerla in vita, sarà possibile almeno mantenere la struttura a servizio dei cittadini, come hanno chiesto gli attivisti di Blocchi Precari?

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