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Montesacro Montesacro / Piazza Sempione, 15

In Municipio III è crisi a Cinque Stelle: gli ex grillini "sfiduciano" la minisindaca

Pronta la mozione di sfiducia: per l'approdo in Aula servono altre 10 firme

Trema il governo Cinque Stelle del Municipio III. Dopo la fuoriuscita di quattro portavoce dal Gruppo del M5s e la perdita della presidenza del Consiglio finita nelle mani di Fratelli d'Italia, tre degli ex grillini hanno redatto e firmato la mozione di sfiducia nei confronti della presidente Capoccioni. 

Gli ex grillini "sficuciano" la minisindaca

"La crisi amministrativa che si è aperta è da considerarsi sostanziale e profonda" - si legge nel documento preparato dai consiglieri Burri, Digiacinti e Scamarcia. Tutti grillini "dissidenti" approdati, poco prima di Natale, nel giro di due giorni, al Gruppo Misto. 

Una crisi che viene da lontano

Una crisi che viene da lontano quella della maggioranza Capoccioni flagellata sin dall'inizio da inimicizie e duri scontri. Nemmeno la tentata mediazione della Sindaca Raggi, quando ancora il gruppo era compatto e poteva contare su tutti e quindici i consiglieri eletti più la minisindaca, è riuscita a ricucire lo strappo. 

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A Montesacro esodo grillino

Da li il progressivo declino: il passaggio della consigliera Geretto a FdI, i numeri sempre più risicati, i voti contrari dei "dissidenti" ad affossare la maggioranza divenuta, con il passaggio dei tre al Misto, "minoranza". Nel mezzo un bilancio "approvato contro il Regolamento" e le conseguenti dimissioni del presidente del Consiglio Mario Novelli in polemica con i suoi. 

La settimana scorsa il M5s del Municipio III ha perso anche la presidenza dell'Aula: al momento della votazione i dodici portavoce rimasti tra le fila grilline, compresa la Presidente, nulla hanno potuto contro i tredici voti compatti dell'opposizione che così, con l'asse FdI-Pd, ha strappato la carica alla compagine di governo. 

Pronta la mozione di sfiducia alla minisindaca Capoccioni

Un'ennesima disfatta, un vero e proprio terremoto politico con le opposizioni a chiedere le dimissioni della minisindaca Capoccioni. A forzare la mano e tentare la spallata gli ex grillini che ora, su quella mozione di sfiducia già pronta, devono ottenere almeno altre dieci firme. 

Servono altre dieci firme per portare documento in Consiglio

Ai sensi dell'art.72 del Regolamento Municipale infatti la mozione di sfiducia del Presidente del Municipio deve essere motivata e sottoscritta da "almeno la metà più uno dei consiglieri assegnati", dunque 13. Il documento potrà poi essere messo in discussione, sentita la conferenza dei capigruppo, non prima di dieci giorni e non oltre trenta dalla presentazione.

Così a Piazza Sempione è caccia alle firme sulla mozione di sfiducia che, una volta in Aula, per determinare la cessazione della carica di Presidente del Municipio, della Giunta e lo scioglimento del Consiglio dovrà ottenere il voto della maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio stesso. 

Sfiducia o dimissioni in blocco dei consiglieri

Dunque, in assenza di dimissioni della minisindaca, mozione di sfiducia sottoscritta e votata da tredici consiglieri, oppure tredici contestuali dimissioni dei consiglieri all'ufficio protocollo le "armi" in mano all'opposizione perché l'esperienza grillina al governo del Montesacro cessi anzitempo certificando, dopo il Municipio VIII, il secondo tracollo politico dei Cinque Stelle alla guida dei territori della Capitale.

Sempre che nei tredici, nelle cui mani è finita la sorte del Terzo, ci sia la reale volontà di troncare prematuramente il proprio mandato e porre così fine alla propria permanenza nel "palazzo". 

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