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Serpentara-Fidene Serpentara / Via Virgilio Talli

L'illusione del viadotto dei Presidenti: la rigenerazione urbana sprofonda nell'oblio

Chiuso il progetto temporaneo sul riutilizzo dei vuoti urbani l'area è tornata all'incuria. L'Architetto Foffo di Greenapsi: "Situazione che ci amareggia, sotto la tranvia abbandonata sogniamo ancora un luogo di incontro per tutto il quartiere"

Colori a scacciare via il grigiore, copertoni utilizzati come fioriere o come sedute per le altalene, sotto alla rampa di cemento i container verdi a fungere da laboratori e spazi espositivi. Erba tagliata e curata, passerelle in legno nuove e lucide, viottoli finalmente percorribili, intorno poi un'intera comunità a riappropriarsi di uno degli spazi degradati e abbandonati della Città con la speranza - forte nei tanti giovani che hanno lavorato al progetto - di vederlo rinascere.

SOTTO AL VIADOTTO - Così si presentava nell'ottobre 2014 - e per i sei mesi successivi - l'area del Viadotto dei Presidenti più vicina a Serpentara animata da Sotto al Viadotto: un intervento di riqualificazione urbana messo in campo da Greenapsi, Interazioni Urbane, dai giovani architetti del gruppo ‘G-124’ di Renzo Piano con la collaborazione di Roma Capitale. Un'iniziativa da subito sposata anche dalle tante realtà del territorio che li sognavano pure la Casa delle Associazioni e dei Comitati. 

RIUSO TEMPORANEO - Attraverso il progetto europeo TUTOR, e dunque il riuso temporaneo degli spazi inutilizzati, i soggetti coinvolti puntavano dunque al recupero e allo sviluppo di nuove funzionalità di quello che di fatto rappresentava, e rappresenta tutt'oggi, un vuoto urbano. Un luogo degradato da far rinascere attraverso la rigenerazione e la riappropriazione da parte del quartiere in attesa di un sogno ancor più grande: la Green Line, un percorso ciclopedonale di connessione tra il Parco Talenti e il Parco delle Sabine.

INCURIA E ABBANDONO - Eppure, trascorsi i sei mesi e chiuso il progetto temporaneo, quell'area è ben presto risprofondata in incuria e abbandono: i container sono stati devastati dai murales, le passerelle in legno sono diventate logore e marce, intorno erba incolta e i segni - cartoni, trapunte e bracieri - di uno spazio che da "piazza" del quartiere è tornato ad essere rifugio per senzatetto

RIGENERAZIONE ARENATA - Disattese le speranze del territorio e di coloro che, con impegno e fatica, hanno dedicato al progetto tempo ed energie. Ad oggi quella rigenerazione urbana, lodata da esperti del settore e dalla politica romana, è di fatto arenata e caduta nell'oblio. 

Assenza di risorse, sicuramente; poca volontà, forse: questi probabilmente i due ostacoli che non hanno permesso la trasformazione di un progetto brillante, innovativo e lungimirante da temporaneo a permanente. 

IL VIADOTTO, DA SEMPRE UN 'NON TEMA' - "Purtroppo con l'interruzione anzitempo dell'amministrazione capitolina il progetto ha subito una battuta d'arresto. Rimane tuttavia il fatto che siamo riusciti a riportare al centro dell'attenzione il Viadotto dei Presidenti che per anni, e per tutti, è stato un 'non tema'. E' stato avviato, e nella sua parte strutturale, il percorso per la rigenerazione di quello spazio" - ha detto a RomaToday il Presidente del Montesacro, Paolo Marchionne, sottolineando pure come Piazza Sempione, volenterosa di proseguire in quell'esperienza insostenibile per il solo Municipio III, avesse trovato anche il modo di reperire i fondi necessari attraverso i contributi privati per gli interventi straordinari. "Sfortunatamente però - ha proseguito - le vicissitudini politiche della Città hanno interrotto la riqualificazione e quell'esperienza di rigenerazione che però, per quanto valida, da sola non poteva bastare". 

TERREMOTO POLITICO - Insomma passati i sei mesi previsti dal progetto temporaneo, accertata la penuria di risorse e arrivato il terremoto politico a scuotere il Campidoglio per la rigenerazione urbana, che tanto interesse aveva destato, ecco lo stallo. 

GREENAPSI - Ma che cosa ne pensa, viste le attuali condizioni di quello spazio, chi proprio li aveva visto la prima tappa di un progetto ben più ampio? "Per noi che portiamo avanti questo progetto da anni è un grosso dispiacere vedere quello spazio divorato da incuria e abbandono" - ha detto a RomaToday l'architetto Massimiliano Foffo di Greenapsi, uno dei due autori - con il collega Alessandro Lungo - della tesi di laurea "Il riciclo dei vuoti urbani come strategia per la città", lavoro accademico che ha dato il via al tutto. 

OCCASIONE SPRECATA? - "Sotto al Viadotto - ha proseguito Foffo - è stata l'occasione e il primo passo per recuperare l'intera infrastruttura abbandonata. Abbiamo avuto le chiavi di quel posto per sei mesi: un periodo nel quale,  attraverso i fondi europei e l'autofinanziamento, l'abbiamo reso vissuto e decoroso. L'obiettivo era quello di mettere le basi per un progetto che coinvolgesse l'intero quartiere"

FUTURO SOTTO AL VIADOTTO - Nell'idea degli architetti interessati quella di creare, oltre alla Casa dei Comitati e delle Associazioni, anche Sportelli utili per i cittadini, magari un CAF e la sede per alcuni laboratori con il coinvolgimento delle scuole del territorio e gli studenti delle Facoltà di Architettura di Roma.

SOGNO INTERROTTO - Un sogno interrotto, non senza rammarico: "Mentre in altri posti, basta guardare Milano, con gli eventi temporanei si sono create cose stupende, qui sembra che non sia possibile. Il problema è che a Roma l'Amministrazione dorme o, peggio, sembra fregarsene: su questo tipo di esperienze e progetti non c'è una visione elastica, non si riesce a scardinare la burocrazia, tutto è rigido e schematico". 

UN PROGETTO DA RIPRENDERE - Tanti i tentativi di Greenapsi affinchè quell'esperienza venga ripresa facendo si che il progetto prosegua: "In questi mesi ci siamo offerti di collaborare con il Municipio, vorremmo che quel posto fosse assegnato attraverso un bando stabilendo manutenzione, tappe ed eventi da realizzare. Ci sono ancora dei piccoli fondi, di quelli europei, che possono essere utilizzati". 

LA RIGENERAZIONE DEVE ANDARE AVANTI - Nonostante dunque il muro di gomma e gli ostacoli contro i quali Greenapsi si sta scontrando dall'Associazione ribadiscono la loro disponibilità a riprendere in mano le redini del progetto affinchè il tutto non sprofondi nuovamente nell'oblio: "Noi ci siamo - dice Foffo - in tutto questo tempo abbiamo fatto sopralluoghi e lavorato sotto traccia per capire se ci fosse ancora la possibilità di andare avanti. Lasciare quello spazio così fa davvero male, non possiamo assolutamente permettere che le basi di quel lavoro - ha concluso l'architetto - muoiano così". 
 

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