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Stazione Nuovo Salario: il viaggio che diventa lotta per la sopravvivenza

Un'altra segnalazione dell'ennesimo cittadino indignato dai disagi provocati dalla rete ferroviaria locale. Treni in ritardo, sporchi. Servizio scadente. A chi rivolgersi?

Ecco l’ennesima segnalazione di un cittadino romano che per riuscire ad arrivare a lavoro ha passato alcune ore infernali.
La persona in questione ogni mattina, per raggiungere zona Ostiense, dove lavora, prende il treno alla stazione di Nuovo Salario, seguendo oltretutto l’invito del Comune ad utilizzare i mezzi pubblici per spostarsi.

Come ogni mattina, dalle 7 alle 9, c’è la ressa per salire sul treno, si viaggia stretti come in un carro di bestiame e poi come si sa la puntualità delle linee non è certo lo zoccolo duro dei trasporti pubblici.
Ma fin qui tutto normale, per i pendolari romani questa è la quotidianità.
Inevitabile, però, che gli animi si scaldino quando accade un episodio come quello di Lunedì 14 Febbraio.
 
Il cittadino che ha segnalato l’episodio di disagio racconta i fatti: una volta arrivato il treno alla stazione di Nuovo Salario, alle ore 9.20 (che doveva essere già lì dalle 8.50), si arriva alla fermata della stazione Nomentana e i passeggeri vengono avvertiti che a causa del ritrovamento di un cadavere sul tratto Ostiense-Fiumicino, le corse non possono andare oltre l’Ostiense.
Arrivati poi alla stazione Tuscolana, il treno si ferma e viene annunciato che la corsa è terminata.
Inutile dire quale sia la reazione dei passeggeri, che non sanno a chi rivolgersi e con chi prendersela. Dal tabellone si evince che sarà possibile prendere un treno verso Civitavecchia poco prima delle 10. Qualcuno ormai non fa in tempo ad arrivare in orario sul posto di lavoro, altri arriveranno con enorme disagio.
 
A questo punto sorge la domanda: possibile che non ci sia nessuno a cui rivolgersi? Nessun funzionario che possa risolvere situazioni come queste? Una soluzione poteva essere avvertire i passeggeri di scendere alla fermata di Tiburtina, prima della Tuscolana, in modo da poter utilizzare la vicina metro o addirittura prendere atto del disagio e far tornare indetro fino a Tiburtina il treno.
 
Prendendo atto di questa, come di tante altre situazioni di disagio all’ordine del giorno, è evidente l’indignazione dei cittadini. E poi, chi gli rimborsa le ore di lavoro perse nelle aziende dove sono impiegati? Come mai le istituzioni e Trenitalia osannano i miglioramenti della rete ferroviaria, dove in realtà il servizio migliore reso dal treno più veloce è possibile solo perché si spende il doppio di prima per il biglietto?
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