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Sgomberi, le regole di Sant'Egidio per l'integrazione sociale

Bonifica degli insediamenti, scolarizzazione, lavoro protetto, contemporaneità e durata nel tempo degli interventi. Sono queste le risposte che l'amministrazione deve mettere in campo per integrare i nomadi

La Comunità di Sant'Egidio, dopo la morte del piccolo Marius, bruciato a Roma in una notte calda d'estate perché le candele servivano per tenere lontani i topi la notte, ha diffuso un comunicato stampa dove vengono elencate le regole da seguire per una corretta integrazione sociale. Il portavoce Mario Marazziti, dopo il via ai mini sgomberi della Capitale che stanno interessando la zona di Fidene ha ribadito che gli sgomberi da soli non bastono.

Ecco le regole base che la comunità invita a seguire:

Nessuno sgombero di insediamenti abusivi o degradati deva avvenire senza una contestuale, migliore, soluzione: si rischia di disperdere i nuclei familiari, di perdere contatto con le storie individuali, e di ricreare presto insediamenti abusivi polverizzati e di ancor più complesso controllo, con difficoltà aggiuntive sul terreno dell'ordine pubblico e della continuazione dei percorsi di inserimento scolastico.

Bonifica degli insediamenti. Gli insediamenti legali, o attrezzati, devono essere bonificati e monitorati, accresciuti di servizi comuni non solo di base (e quando possibile che si passi a iniziative residenziali adeguate) e che si avviino iniziative contestuali, culturali e di migliorie ambientali, tali da favorire un'alleanza e non una contrapposizione tra "rom" e residenti.

Scolarizzazione. Bisogna intensificare l'impegno per una scolarizzazione generalizzata dei bambini rom, anche sostenuta da borse di studio per i minori e di minimo di sussistenza per le famiglie, con sostegno scolastico, con percorsi premianti per i migliori all'interno di progetti mirati, che possono godere , come per tutte le altre iniziative di integrazione e innalzamento della qualità di vita, anche del sostegno dell'Unione Europea. La Comunità di Sant'Egidio l'ha già sperimentato e può mostrare risultati di grande efficacia e in controtendenza con la bassa resa e l'abbandono scolastico abituali.

Programmi di inserimento al lavoro protetto. Sulla base di progetti individuali e di gruppo, all'interno dei diversi settori produttivi del Paese, in accordo con le organizzazioni imprenditoriali, sostenuti e aiutati nell'implementazione dal mondo no-profit e del volontariato più inserito nelle diverse realtà locali della vita del popolo rom.

La contemporaneità dei diversi livelli di intervento e la durata nel tempo sono condizioni essenziali per la riuscita. Con il vantaggio che la spesa sociale in questo campo potrà smettere di essere in troppi casi spesa emergenziale e "a perdere", ma intervento strutturale per ridurre la povertà cronica e la marginalità delle nuove generazioni. La questione zingari, in questo modo potrà aspirare a diventare un tema del passato e, finalmente, una conquista di civiltà, per l'intera società nazionale.

La Comunità di Sant'Egidio invita ad uscire dal clima surriscaldato che rischia ancora una volta di impedire la ricerca di soluzioni vere e di aumentare invece una divisione caricaturale tra "buonisti" e "cattivisti". Soltanto avviando iniziative intelligenti e costruttive, di lungo periodo, per l'integrazione dei minori rom come una riposta reale e non occasionale si può portare a soluzione una questione sociale di piccole dimensioni numeriche ma di grande ed eccessivo impatto emotivo.

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