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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Porta di Roma, inadempienze e opere fantasma: "Costruttori aprano al dialogo"

L'Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine dopo aver concorso all'avvio della procedura per l'escussione delle fideiussioni si appella alla società costruttrice: "Stop scontro, riprenda manutenzione e completamento parco"

Il Parco delle Sabine mai ultimato, opere non realizzate, manutenzione da tempo inesistente e inadempienze varie: per il Comune e i residenti che immaginavano il proprio quartiere assai diverso, dopo anni di battaglie e braccio di ferro, è tempo di regolare i conti con la società Porta di Roma. 

Roma Capitale, con l'apporto del Municipio III e dell'Associazione Tutela del Parco delle Sabine, ha infatti avviato la procedura per rivalersi sui costruttori mediante l'escussione delle somme necessarie per l'esecuzione degli interventi non realizzati per un importo complessivo di circa 30 milioni di euro. 

"I lavori previsti per i servizi, la realizzazione del parco e la relativa manutenzione dell'area, non sono mai stati realizzati. Ciò ha contribuito a trasformare quello che doveva essere un quartiere nel verde in un quartiere nel nulla" - hanno commentato dal M5s del Montesacro dando notizia dell'avvio della procedura. 

E a ripercorrere i passi di un tragitto impervio e tortuoso verso tale traguardo è stata l'Associazione Tutela del Parco delle Sabine i cui soci da anni si battono per la tutela delle aree destinate al Parco e per il completamento dello stesso secondo i progetti originari approvati nell'accordo di programma che regola la convenzione urbanistica Bufalotta. 

"L’Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine ha ripetutamente esposto sin dal 2014 le criticità derivate dalla mancata manutenzione del parco e del quartiere. La reazione della società Porta di Roma, contenuta in una diffida nei confronti del Comune di Roma, è stata l’affermazione che il Parco delle Sabine era completato e che la manutenzione non era più dovuta" - hanno scritto dall'Associazione sottolineando come siano stati loro a dimostrare, fatti e carte alla mano, che ciò non rispondeva al vero - "come attestato anche dalla commissione di collaudo" - e che, pertanto, tutte le attività di manutenzione erano dovute. 

Così, immediatamente dopo l’accordo del marzo 2016 per il pagamento della morosità relativa all’illuminazione pubblica che per mesi aveva gettato il quartiere nel buio più assoluto , l'Associazione ha reiterato agli uffici di Roma Capitale la richiesta di intervenire con decisione nei confronti della società Porta di Roma perché riprendesse anche tutte le attività di manutenzione.

"Tuttavia la società, a parte uno sfalcio sporadico, ha continuato ad omettere ogni attività di manutenzione. Ne è conseguito un atto di messa in mora da parte del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica a cui la società Porta di Roma ha risposto con inusitata durezza e dando vita a un vero e proprio muro contro muro" - proseguono dal Parco delle Sabine aggiungendo come vi siano stati poi due ulteriori esposti, uno da parte dell'Associazione, l’altro della Presidente del III Municipio Roberta Capoccioni. 

Infine, visto il perdurare dell’inadempienza della Società Porta di Roma, l'Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine ha posto un ultimatum agli uffici di Roma Capitale. Il 27 dicembre 2016 la notizia dell’avvio da parte del Comune di Roma delle procedure di escussione delle fideiussioni a garanzia, per mancata manutenzione e per una serie di violazioni degli obblighi contrattuali da parte di Porta di Roma. 

"Pur nella legittima soddisfazione di vedere riconosciuto un diritto pubblico contro un arbitrio privato, diritto per il quale l’associazione si è fortemente battuta, non siamo felici di quella che riteniamo una scriteriata e irresponsabile posizione di chiusura della società Porta di Roma. Pensiamo che sia giunto il momento per PdR di abbandonare queste posizioni che hanno fatto del male al quartiere e di riprendere il filo del dialogo con il Comune di Roma sulla base di una rinnovata fiducia" - ha scritto l'Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine chiedendo ai costruttori di non perseverare su uno scontro che danneggia tutti, "i cittadini, che vedono il quartiere abbandonato al degrado, il Comune impegnato in uno spiacevole corpo a corpo e anche la società Porta di Roma che rischia l’escussione delle fideiussioni". 

La richiesta alla Porta di Roma è quella di "rivedere completamente il proprio atteggiamento, di abbandonare lo scontro e di affidarsi un po’ più al buon senso". In concreto: la ripresa delle attività di manutenzione, il completamento del Parco delle Sabine secondo i progetti approvati in convenzione e una leale collaborazione con il Comune, "nel rispetto degli obblighi contrattuali". 

Dunque una tregua abbandonando il muro contro muro nel nome del futuro, immediato e decoroso, del quartiere e di quel Parco delle Sabine che tutti vorrebbero come fulcro della zona: "Ci auguriamo davvero - hanno scritto dall'Associazione - che prevalga il buon senso".
 

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