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Via Salaria 981, un quartiere in rivolta: "L'Ama deve spostare l'impianto"

"Un impianto di questa portata, che produce CDR, così vicino ad un centro abitato?": i residenti non ci stanno e chiedono la chiusura. "Bloccheremo la Salaria se non ci saranno risposte"

Sono tanti e determinati i cittadini che ieri sera hanno cominciato la battaglia per ottenere lo spostamento dell’impianto Ama di via Salaria.
Dopo le prime due ore di assemblea si parlava già di ben oltre 300 firme, e nei prossimi giorni la raccolta continuerà nei bar di Villa Spada da cui è partita l’iniziativa.

“Quando facemmo la battaglia contro la prostituzione in via Salaria”, racconta una cittadina, “il Senato era un interlocutore troppo “lontano” per noi residenti. Ma questa volta si tratta di un interlocutore più vicino. Per questo dico che se da qui al 30 Settembre non si arriva ad una soluzione, bloccheremo la Salaria”.

Perché parlare di chiusura dell’impianto, piuttosto che chiedere solamente di risolvere il problema della puzza? Probabilmente perché, come è emerso nel corso dell’assemblea di ieri sera, troppi punti non quadrano sulla situazione di questo centro di smaltimento rifiuti.
Da parcheggio a centro di trattamento CDR, come è possibile?”, e ancora: “Sulla base di quali criteri si è realizzato un impianto di questa portata a due passi dal centro abitato? Possibile che l’Ama non sia stata in grado di individuare un’area più idonea?. Queste le domande che molti cittadini si pongono.

“Il nostro quartiere ha già dato”, commenta un cittadino che di professione fa l’ingegnere e abita a Villa Spada. “Abbiamo già il depuratore, che anni fa aveva creato qualche problema ma poi Acea ha risolto. Non possiamo sostenere anche i disagi legati all’impianto Ama. È vero che questa è zona industriale, ma un conto è farci uno stabilimento che aggiusta macchine, e un altro è farci un impianto che smaltisce i rifiuti di gran parte di Roma. Questo impianto deve chiudere: devono smontarlo da qui e collocarlo in un’area lontana dalle abitazioni. Ricordiamoci che la comunità scientifica ci ha messo 30 anni per accertare che l’amianto porta i tumori. Ora, ci hanno detto che questo impianto produce CDR (combustibile derivato dai rifiuti), e che il trattamento dei rifiuti urbani è di tipo meccanico biologico; e che dai controlli dell’Arpa e dell’istituto Negri risulta tutto in regola. Ma chi ci dice che questo odore, che quest’aria irrespirabile non sia nociva? La degradazione di materiale organico produce acido solfidrico, vogliamo dire che non sia tossico?. Il motivo per cui nella stessa zona non si avverte costantemente l’odore dipende da come tira il vento: durante la mattina tira in direzione dell’aeroporto dell’Urbe,un’area scarsamente abitata. Dal pomeriggio comincia ad arrivare nei nostri quartieri”.

Nel corso dell’assemblea un residente ha inoltre riferito di aver ricevuto ieri pomeriggio, poche ore prima dell’incontro in via Radicofani, una risposta di Ama alla sua segnalazione. Nella lettera, di cui viene data lettura nel corso dell'assemblea, Ama garantisce che nell’impianto non avviene nessun tipo di combustione di rifiuti e che non vi è possibilità di emissioni nocive, neanche accidentali. La risposta alla segnalazione del residente si conclude: “L’impianto purtroppo sorge in un’area con notevole presenza di insediamenti industriali di società di servizi in genere e a elevato transito veicolare e aereo e l’aria maleodorante proviene molto probabilmente da un impianto posto dall’altra sponda del fiume Tevere”. Inevitabili le perplessità legate a questa risposta, alla luce di due aspetti: anzitutto, il tipo di odore che si avverte nella zona è lo stesso che emana un comune bidone dell’immondizia, quello cioè di sostanze organiche in degradazione. Stupisce poi che Ama faccia ora riferimento ad “un altro impianto”, a due giorni dalla precisazione comunicata alla nostra redazione in cui la stessa dichiarava di “non aver mai fatto dichiarazioni ufficiali sulle cause dei presunti odori avvertiti dai residenti dell'area Fidene-Villa Spada e tanto meno di averne addebitato la provenienza ad altre aziende o società.“
Fino adesso, però, non c’è stata ancora nessuna conferenza stampa di Ama spa e delle Istituzioni sulla questione.

Ieri sera il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli, a proposito della recente richiesta di costituire un comitato tecnico scientifico, ha dichiarato: “L’Ama si è resa disponibile a collaborare. Nel frattempo le attività vicine all’impianto si sono già rese disponibili a segnalare un tecnico in loro rappresentanza. Ci serve inoltre un rappresentante dei residenti che voi cittadini dovete individuare e che abbia ovviamente le competenze in materia. Sono disponibile ad andare a fondo sulla vicenda per questo sono qui a rappresentarvi e allo stesso tempo a sollecitare Ama ad interessarsi alla questione e risolverla il prima possibile".
Presenti ieri sera anche i consiglieri municipali Pd Fabio Dionisi e Riccardo Corbucci. Dionisi ha ribadito: “Credo che l’unica soluzione ora sia chiudere l’impianto”. Il consigliere Corbucci invece ha annunciato oggi in una nota:  “Ieri sera il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli non ha convinto la cittadinanza e nemmeno le forze di opposizione presenti che presenteranno degli atti in consiglio comunale e municipale per chiedere al commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Gianni Alemanno la sospensione temporanea delle attività di stoccaggio dei rifiuti che avvengono nell'impianto, in attesa delle verifiche del caso che devono essere realizzate con urgenza da Enti terzi e certificati”.

Quel che è certo è che l’assemblea di ieri sera è stata solo il punto di partenza. Previsti nuovi incontri a breve. Nel frattempo si attende una seria risposta da Ama spa. “Siamo intenzionati ad andare fino in fondo su questa cosa. Il nostro quartiere non può essere schiacciato così. Persino le nostre case rischiano di essere svalutate”, è il pensiero comune di molti residenti.

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