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Martedì, 16 Aprile 2024
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Lettera – I disabili e le case Ater: prigionieri di un sogno

Cristiano Ceccato, responsabile dell'associazione anagramma, scrive al presidente dell'Ater di Roma chiedendo un intervento sulle barriere architettoniche che specie nel IV municipio rappresentano un grave problema

Egregio presidente dell'Ater di Roma, mi rivolgo a lei con l'auspicio che si possa aprire un dialogo diretto per cercare, per quanto possibile, soluzioni per tutte quelle persone diversamente abili, anziani che per forza di cause maggiori sono prigioniere in casa propria.

Il mio nome è Ceccato Cristiano e sono il responsabile dell'associazione di volontariato "Anagramma- onlus" che con enorme impegno, affiancato da altrettante valide persone, combatte le barriere architettoniche in ogni sua forma, sia materiali che mentali.

Alcuni quartieri di Roma come Montesacro Alto in cui mi trovo a vivere sono oberati di barriere architettoniche e principalmente negli stabili da lei gestiti la situazione è davvero complicata per non dire drammatica. Molte persone sono costrette a chiedere aiuto per uscire da casa perché non sono presenti gli ascensori, i diversamente abili in carrozzina devono chiedere la forza di alcune braccia per superare la rampa di scale per salire all'androne e se chiediamo spiegazioni agli uffici di competenza ci rispondono che i soldi sono stati stanziati da molto tempo ma che bloccati chissà dove.

Le chiedo se questa cosa è normale amministrazione o se al contrario i diversamente abili o gli anziani non rientrano nell'interesse di codesta azienda. So per certo che ogni mese pagano il canone che ricevono dall'Ater ma che altrettanto provano una profonda frustrazione perché non ricevono ascolto e considerazione.

Il IV municipio è un quartiere vasto e popoloso come Lei sa, altresì è anche lasciato un poco a se stesso in fatto di rimodernamento degli stabili e la manutenzione degli stessi. Oramai la questione degli ascensori è diventata una favoletta "popolare" e gli anziani sono sempre più anziani e i portatori di handicap sempre più emarginati.

La prego di dare seguito a questa mia lettera e spero vivamente che lei sia interessato a quanto sopra descritto e apra con noi un canale diretto per aiutare le persone in serie difficoltà. E come amo ripetere, i diversamente abili sono una risorsa e non un problema.

Con l'occasione porgo cordiali saluti Ceccato Cristiano

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