Stazione Nomentana, dove l'arte è di tutti: trionfano murales, colori e condivisione
I più grandi street artists a lavoro tra Sacco Pastore e quartiere Africano con i Pittori Anonimi del Trullo: tra binari, scale e banchine una vera e propria galleria di opere. Qui ogni cittadino può essere "pittore" o "poeta"
Gli street artists più bravi, celebri e noti della Capitale e non solo; i Pittori Anonimi del Trullo capitanati dal loro leader Mario D'Amico ma anche comuni cittadini, artisti improvvisati o capitati li per caso che hanno deciso di partecipare alla grande opera d'arte che sta sorgendo a Stazione Nomentana.
Un vero e proprio tripudio di colori nel sottopasso che unisce Sacco Pastore al Quartiere Africano, figure e poesie nelle rampe laterali e sulle pareti delle scale che portano sulla strada o alle banchine.
Alla luce del sole il capolavoro, ancora work in progress, di Marcy: un omaggio al quartiere Africano, al continente nero, ai suoi colori, alle sue persone e al tema del viaggio. Emozionanti e tanto ricchi di espressività da sembrare reali gli occhi delle due figure che sovrastano binari e pendolari, quasi accecante il tramonto dipinto, da lasciare senza fiato per l'estrema bellezza l'intera opera che li tutti sono impazienti di vedere ultimata.
Già perchè a Stazione Nomentana l'arte non è solo dei PAT o dei loro fidati amici: pareti, colori e pennelli appartengono a tutti e ognuno, se lo vuole, può essere "artista" e prendere parte ad un progetto che sta affascinando tutta la Città.
Un'iniziativa, quella di Arte in Stazione e Città a Colori di cui la Nomentana fa parte, promossa da NSA Roma Nord e organizzata da Franco Galvano per riqualificare oltre 120 stazioni ferroviarie di Roma e Provincia, immancabile il supporto di RFI volenterosa di riqualificare i suoi snodi ferroviari per donare ai viaggiatori spazi che non siano più grigi e tetri.
E Stazione Nomentana ne è l'esempio. Metri e metri di pareti colorate, di opere d'arte che stanno dando vigore ad uno dei tanti non luoghi della Città: attraversato ma mai vissuto.
Ma tra Sacco Pastore e Africano c'è la rivoluzione. La Stazione, oltre che vanto e sito da visitare in tutte le sue fasi evolutive, è laboratorio di idee, incontro e confronto. Non c'è da stupirsi se una mattina passando con l'intento di andare a lavoro ci si ritrova invece con gessetti e i pennelli in mano, coinvolti dall'instancabile Mario D'Amico, a dipingere una parte di parete da "donare" alla città.
E a Stazione Nomentana può capitare anche che, del tutto casualmente, quelle poesie che per anni hai tenuto in un'agenda nel cassetto adesso accompagnino i viaggiatori in quel sottopasso un tempo oscuro.
Insomma a Stazione Nomentana ci sono l'arte e il talento dei più grandi, Marcy e Moby Dick solo per citarne due; c'è l'amore per Roma dei Pittori Anonimi del Trullo e c'è la consapevolezza di tanti cittadini dell'importanza di iniziative come queste: un modo alternativo, colorato, divertente e appagante di riappropriarsi di spazi spesso tristi e angusti. E non importa se non devi prendere il treno: oggi per andare a Stazione Nomentana ci sono altre decine di motivi.