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Montesacro Valmelaina / Via dei Prati Fiscali

Baraccopoli e degrado, IV Municipio terra di insediamenti abusivi

Non solo Nuovo Salario, Prati Fiscali e Fidene, le baraccopoli nel Roma Montesacro sono ovunque: al Prato delle Valli un vero e proprio villaggio del degrado

Sotto ai viadotti, nei pressi delle stazioni, lungo i binari della ferrovia: gli insediamenti abusivi nel Roma Montesacro sono ovunque. Impossibile – per cittadini, istituzioni e forze dell’ordine – non vedere ai lati delle strade uomini e donne incamminarsi, con al seguito carrelli e materiale di vario genere, nei meandri della vegetazione ed in essa sparire.

Sulle sponde dell’Aniene si nascondono dei veri e propri villaggi fantasma: alloggi di fortuna dove persone cercano riparo dopo giornate passate il più delle volte a mendicare sulle strade romane, i più fortunati riescono ad accaparrarsi un tetto rifugiandosi nei ruderi ormai in disuso, come la casa cantoniera occupata nel marzo scorso tra la ferrovia dell’alta velocità ed il fiume.

Casa Cantoniera occupata da nomadi

L’ultima segnalazione in III Municipio (ex 4) riguarda il Ponte delle Valli, uno spazio non nuovo ad ospitare baraccopoli, nel quale alcuni giorni fa è stata scoperta l’ennesima: materassi, ombrelloni da mare e una schiera di tende da campeggio poggiate sul terreno umido, coperte e sacchi di plastica per ripararsi dalle piogge. Tutto intorno una scia di rifiuti: bottiglie, cartoni, barattoli e stracci oltre ai residui della legna probabilmente usata per riscaldarsi o cucinare.

Baracche che probabilmente verranno a breve distrutte dalle operazioni di sgombero che si susseguono da tempo dal Nuovo Salario a Villa Spada, e poi ancora viadotto Gronchi e Prati Fiscali: una pratica che però non sembra sortire gli effetti desiderati, con l’amministrazione che spesso lamenta la mancanza di mezzi e rilancia la necessità di colmare una lacuna legislativa a livello nazionale che possa permettere di estirpare in modo definitivo il fenomeno.

Agli sgomberi infatti seguono i rilievi fotodattiloscopici per l’identificazione completa e certa che spesso si traducono in semplici denunce a piede libero per i reati di danneggiamento ( art.635 C.P.) e invasione di terreni o edifici al fine di occuparli o trarne profitto (art. 633 del C.P.): inevitabile dunque il riformarsi di microinsediamenti negli stessi luoghi e a distanza di poco tempo, con le istituzioni, l’Ama e le forze dell’ordine costrette a intervenire nuovamente e spendere ogni volta qualche migliaio di euro per ogni sgombero e bonifica.

Un fenomeno dunque che con le politiche fin qui messe in atto sembra davvero difficile da combattere: come se sgomberi, dall'elevato costo, e denunce - che spesso cadono nel buio del labirinto della giustizia italiana – fossero più efficaci e adatti a rispondere a quella necessità, sempre più impellente, di vera integrazione sociale che una società multietnica rende indispensabile.

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