Quasi 150 ettari di natura a nord di Roma, un polmone verde per l’intera parte alta del Municipio III vessata negli anni da un’intensa cementificazione, eppure il Parco delle Sabine – nato come splendida cornice del nuovo omonimo quartiere residenziale e che attende ancora di essere preso in consegna da Roma Capitale – soffre a causa del perdurare di incuria e abbandono.

Non è difficile trovare cestini stracolmi, rifiuti in terra e ed erba incolta: frutto di quella manutenzione che i residenti chiedono da tempo a gran voce. Niente più verde rigoglioso poi per un Parco che sembra invece destinato all’aridità più totale.

Ma gli abitanti non ci stanno e l’associazione per la Tutela del Parco, nata nell’estate 2013 per difendere e conservare l’impostazione originaria dell’intervento urbanistico ‘Centralità Urbana Bufalotta’, lancia l’allarme e sollecita gli interventi per la sistemazione del verde pubblico e la realizzazione dei servizi.

Intanto i residenti si accontenterebbero di alcuni provvedimenti tanto necessari quanto elementari: irrigazione, manutenzione, raccolta dei rifiuti, sfalcio dell’erba e pulizia dei parcheggi “ormai colmi di immondizia e di erbacce”.

Per questo l’Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine ha indirizzato una lettera alla società costruttrice Porta di Roma srl, a Roma Capitale e al Municipio per conoscere i motivi della sospensione dei servizi e anche per sapere a chi spetti l’onere della vigilanza.

In attesa della risposta i cittadini continueranno a vigilare sull’area e a ribadire la necessità che questa venga consegnata al Comune in tempi brevi e che si provveda alla realizzazione degli impegni previsti dalla convenzione per arginare l’incuria e il degrado che ad oggi, purtroppo, divorano il Parco.