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Caos al Giordano Bruno, anche il Sarandì vittima: "Privati dei laboratori, siamo parte lesa"

Oltre duecento studenti spostati da via della Bufalotta a via della Cecchina, 20 in una parte dell'edificio scolatico "sottratta" al Sisto V: la lettera della Dirigente Scolastica dell'IIS Sarandì

Circa duecento studenti iscritti a scienze sociali al Giordano Bruno di via della Bufalotta 594 ma destinati a dover passare l'anno scolastico, con preavviso giunto pochi giorni prima della campanella, nella nuova sede di via delle Isole Curzolane al Tufello con pure una tappa provvisoria nella struttura di via della Cecchina, 20. 

Una scuola, quest'ultima, nella quale gli studenti del Giordano Bruno dovranno rimanere probabilmente almeno fino a dicembre in attesa che vengano concessi loro i locali di Isole Curzolane. 

Un passaggio intermedio che, dopo il sopralluogo dei genitori a margine della riunione nell'aula magna del Giordano Bruno, non soddisfa ragazzi e famiglie già piuttosto adirati per l'inaspettata destinazione finale al Tufello. 

A mandare su tutte le furie mamme e papà lo status - "tra degrado, scarsa pulizia e insicurezza", denunciano i genitori - di quell'ala della scuola di via della Cecchina, 20: una parte dell'edificio del tutto altra per condizioni, competenze e responsabilità rispetto all'adiacente Sisto V, sede associata dell’IIS Sarandì, anch'esso suo malgrado vittima di questa vicenda che affonda le proprie radici nella gestione della precedente dirigenza scolastica del Giordano Bruno

A tal proposito, ed in merito al recente articolo di RomaToday sul caso, Daniela Crestini, Dirigente Scolastico dell’IIS Sarandì – articolato nelle due sedi ass.te “F. Cesi” e “Sisto V” - ha inviato al nostro giornale una lettera con alcune osservazioni in merito ad "una serie di affermazioni inesatte - scrive la Dirigente Scolastica - relative alla nostra sede di via della Cecchina 20". 
Di seguito la lettera integrale giunta alla nostra Redazione.

"Gentile direttore, 
voglio innanzitutto dirLe che, oltre ad essere la Dirigente scolastica dell’IIS Sarandì – articolato nelle due sedi ass.te “F. Cesi” e "Sisto V” - , sono anche una lettrice del suo giornale on line; nell’occasione, però, mi trovo costretta ad esprimerLe una serie di osservazioni sull’articolo in oggetto che, oltre a presentare con efficacia il disagio che stanno vivendo gli studenti iscritti al “Giordano Bruno” e le loro famiglie, contiene purtroppo anche una serie di affermazioni inesatte relative alla nostra sede di via della Cecchina 20.

In via preliminare, voglio però sottolineare con forza che in questo scenario l’Istituto da me diretto è parte lesa: già dallo scorso anno, gli alunni della sede “Sisto V” di via della Cecchina sono stati privati di laboratori loro indispensabili poiché lì  abbiamo dovuto collocare alcune nostre classi per lasciare le aule agli alunni del Giordano Bruno (!), la cui Dirigente in servizio fino all’a.s. scorso non si è preoccupata di trovare soluzioni diverse - per esempio collocare le classi in esubero nei propri laboratori in attesa del termine lavori ovvero effettuare dei doppi turni di ingresso attuando un  orario ridotto – che potessero contribuire a porre fine ad una situazione che si configura a questo punto come grave e continuata violazione del diritto allo studio degli studenti dell’IIS Sarandì e delle loro famiglie, non ultimo il fatto che tutto questo ha comportato l’impossibilità, per la
nostra sede, di avere locali a piano terra per gli alunni diversamente abili carrozzati. 

Detto questo, mi corre altresì l’obbligo di fare presente che: le foto di interno riguardano le scale in dotazione al “Giordano Bruno” e quindi a loro spetta la responsabilità della pulizia, la nostra parte è pulita! La “selva esterna” raffigurata in foto riferisce alla parte occupata dalle aule in uso al Giordano Bruno e dunque è di loro spettanza la segnalazione all’Area Metropolitana che, in ogni caso, ha competenza della cura e del mantenimento ordinario e straordinario degli spazi esterni degli istituti superiori di Roma: ogni scuola cerca di fare quello che può, tenuto conto degli strumenti a disposizione, finanziari ed in risorse umane, sempre più ridotti; lo stato del campetto – costruito e mai abilitato all’uso (!) dall’allora Provincia di Roma  - è responsabilità dell'Area Metropolitana, oggi competente in proposito.

In ultimo, Le vorrei far osservare che deontologia professionale avrebbe imposto alla giornalista di presentarsi a questa Presidenza per procedere poi eventualmente al servizio fotografico, fermo restando tra l’altro che, almeno per quello che a me risulta, è assolutamente fuori legge fare foto di interni senza autorizzazione. 

In buona sintesi, quindi, nel voler documentare e sostenere la giusta battaglia che le famiglie del “Giordano Bruno” stanno combattendo per la tutela del diritto allo studio dei propri figli, l’autrice dell’articolo ha provocato – non so quanto consapevolmente - un grave e ingiustificato danno di immagine alla nostra scuola ed è per questo che ho sentito il dovere di segnalarLe quanto sopra. 

Nel ringraziare sin da ora per l’attenzione che vorrà indirizzare alla presente comunicazione, Le invio, anche come lettrice del giornale da Lei diretto, i miei più cordiali saluti". 
 

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